Nel nostro immaginario siamo abituati ad attribuire al secondo papa Borgia la paternità di quattro figli, ossia quelli avuti da Vannozza Cattanei, sua amante. I nomi dei quattro rampolli sono famosissimi: Cesare, Juan (Giovanni), Lucrezia e Jofre (Goffredo). Non è un caso che li abbia scritti in questo ordine e spiego subito il perché.
La letteratura ha giocato brutti scherzi sulle date di nascita dei primi due giovani di casa Borgia, Cesare e Juan, perché i romanzi dell’ottocento si sono limitati a parlare dei figli più famosi, appunto quelli avuti da Vannozza che, volenti o nolenti sono passati alla Storia. Da questo piccolo e macroscopico errore si sono fatte le più giuste e assurde congetture. Ora, a un primo esame forse la questione non ha importanza, se non che i delatori hanno usato questa incertezza per far leva sul livore di Cesare nei confronti del fratello. E allora la data di nascita diventa fondamentale per capire le gerarchie.
Gerarchie, certo, perché per tutto il medioevo e oltre, i nobili hanno seguito pedissequamente l’usanza che i figli maschi generati dovevano avere un ruolo ben definito: al primogenito l’eredità del feudo e dunque la carriera militare; al secondogenito la carriera ecclesiastica; al terzogenito la carriera militare così come al quarto e via dicendo. In pratica, solo il secondogenito maschio era destinato a divenire un principe della Chiesa, in quanto erano il potere temporale e quello spirituale ad avere maggiore importanza. Pertanto, il signorotto non indugiava in tentennamenti: per assicurarsi il dominio su entrambi i fronti, destinava il primogenito alla carriera militare e il secondo a quella ecclesiastica. E da questo piccolo appunto si possono capire anche certe situazioni che per noi, oggi, sembrano assurde: la maggior parte delle guerre del passato si sono combattute per questioni dinastiche, spesso e volentieri fratello contro fratello.
Se fosse vero che Juan era maggiore di Cesare, come sostiene il Picotti, allora ci troveremmo dinanzi a una delle più assurde ingiustizie del mondo in quel periodo e Cesare avrebbe avuto valido motivo per odiare il fratello, in quanto Juan sarebbe dovuto essere avviato alla carriera ecclesiastica. Probabilmente vi chiederete: perché avviato alla carriera ecclesiastica se era primogenito? I primogeniti non seguivano la carriera militare? Sì, certo, ma Juan… era il terzo figlio maschio di Rodrigo Borgia!
Spieghiamo brevemente.
Rodrigo, come uomo del suo tempo, non ha fatto eccezione nell’allevare la prole: ha indirizzato il primogenito alla carriera militare e il secondo a quella ecclesiastica. E fin qui nulla da obiettare. Solo che il suo primogenito non era Cesare né Juan, bensì Pedro Luis. Ed ecco che la situazione si fa più chiara. In verità, se proprio dobbiamo fare un computo dei figli di Rodrigo, allora dobbiamo arrenderci all’evidenza che Cesare e Juan non erano neppure il secondo né il terzogenito.
Facciamo chiarezza.
Intorno al 1460, e comunque non oltre il 1462, Rodrigo diviene padre per la prima volta. L’anno è incerto ma di sicuro si sa che il figlio è un maschio, Pedro Luis, nato in Italia da donna sconosciuta. E sappiamo che è nato in Italia perché Rodrigo è stato in Spagna nel lontano 1449 e non vi è più tornato se non nel 1472 come Legato di Sisto IV. E la madre è a noi rimasta sconosciuta, a dispetto di coloro che vogliono riconoscerla in Vannozza, poiché la lapide della donna riporta essere stata madre di Cesare, Juan, Lucrezia e Jofre e non degli altri figli di Rodrigo. Tra l’altro, Marco Antonio Altieri, che conosceva personalmente Vannozza, la indica come madre del Valentino, del secondo duca di Gandìa, della duchessa di Ferrara e del principe di Squillace. Non fa menzione degli altri.
Pertanto, Pedro Luis nasce in Italia intorno al 1460. Vive a Roma, nel palazzo del padre Rodrigo e nel 1483, da un documento del notaio Agostino de Martinis, si evince che egli si è trasferito in un palazzo proprio, sempre a Roma. Nello stesso anno gli viene affidata la tutela del fratello Juan. Juan, certo, perché Cesare era un prelato.
Rodrigo non ha dubbi: lo avvia alla carriera militare. E il giovane Pedro Luis si rivela un abile condottiero, tanto da conquistare la piazzaforte di Ronda nel 1485, durante la Reconquista spagnola. Lo stesso Ferdinando il Cattolico lo premia sul campo per il suo onore e lo omaggia del titolo di “egregius” per lui e i suoi fratelli, Cesare, Juan e Jofre. Pedro Luis riceve anche la terra di Gandìa e ne diviene il primo duca e per lui si profila un matrimonio principesco: niente di meno che Maria Enriquez, cugina del Cattolico. Ma nel momento in cui Rodrigo lo richiama a Roma, Pedro Luis si ammala. È il 14 agosto del 1488 e lui redige il testamento; il 3 settembre spira. Il Sacerdote dice che muore a Civitavecchia, c’è invece chi afferma che sia morto a Roma. Fatto sta che Pedro Luis il 3 settembre del 1488 rende l’anima a Dio e solo sotto Giulio II, su richiesta di Maria Enriquez, -fidanzata di Pedro Luis e moglie di Juan- le salme di Pedro Luis e Juan Borgia vengono traslate a Gandìa.
Rodrigo diviene padre una seconda volta di Isabella -chiamata altresì Elisabetta-, anche lei avuta da una donna a noi sconosciuta. Poiché la sua data di nozze si colloca in data 30 aprile 1483, se ne desume che la giovane debba essere nata intorno al 1470. Tra tutti i Borgia, è l’ultima a morire.
Oltre a Isabella, Rodrigo mette al mondo una seconda figlia, Girolama. Poiché le sue nozze sono datate gennaio del 1482, è probabile che essa abbia visto la luce intorno al 1469. Non si sa con certezza se sia nata prima Isabella o Girolama. Di certo quest’ultima sposò Gianandrea Cesarini e morì non più tardi del 1485.

Pinturicchio: Alessandro VI e, presumibilmente, i figli Cesare, Juan e Jofre
E arriviamo ai famosi figli di Vannozza.
Già il fatto che Cesare sia avviato alla carriera ecclesiastica propende a far credere che sia stato il secondogenito maschio di Rodrigo. Alcuni lo dicono nato a Subiaco, altri a Rignano ma è più probabile quest’ultima città, in quanto all’epoca sua madre Vannozza era sposata a Domenico Giannozzi da Rignano.
Sull’anno e il giorno di nascita possiamo basarci su quanto ci tramanda l’umanista Beheim che gli fece l’oroscopo: “Nell’ora della tua nascita, il Sole si trovava nella casa ascendente, la Luna nella settima, Marte nella decima, Giove nella quarta” e, pertanto, per trarre un oroscopo l’umanista doveva conosce bene il giorno di nascita del Valentino. Quando Cesare morì, lo stesso Beheim scrisse una lettera dove diceva che il duca era vissuto trentun anni e sei mesi. Poiché Cesare è morto il 12 marzo del 1507, si può risalire al 12 settembre 1475. Ma sarebbero sufficienti le parole dello stesso Rodrigo che, al rappresentante di Ferrara, nel 1501 dice che Cesare avrebbe compiuto ventisei anni, ossia, facendo un rapido calcolo a ritroso, nato nel 1475.
Solo un anno dopo nasce Juan, probabilmente nell’estate del 1476 o più tardi, di certo non prima, perché in quel caso Rodrigo lo avrebbe avviato alla carriera ecclesiastica.
Il 18 aprile del 1480, a Subiaco, nasce Lucrezia e un anno dopo Jofre.
Ma non finisce qui. Esiste un ultimo figlio di Alessandro VI che porta il suo nome: Rodrigo. La sua data è incerta, ondeggia tra il 1502 e il 1503, quando ormai la potenza dei Borgia volge al tramonto. Anche qui non conosciamo il nome della madre. Quest’ultimo figlio di Alessandro VI intraprende la carriera ecclesiastica e muore di febbre a Cicciano, vicino a Nola, il 15 agosto del 1527.
Riguardo a Giovanni Borgia, chiamato Infante Romano, merita un capitolo a parte, in quanto è uno dei misteri dei Borgia.
Infine, poiché si è tanto parlato di Laura, la bambina di Giulia Farnese, è assodato che il padre fosse il marito della stessa, Orsino Orsini e non Alessandro VI.
Ricapitolando. I figli che ebbe Rodrigo -per lo meno quelli riconosciuti tali dallo stesso Rodrigo- furono i seguenti, in ordine cronologico: Pedro Luis, Isabella, Gerolama, Cesare, Juan, Lucrezia, Jofre, (Infante Romano?) e Rodrigo. Pertanto, coloro che hanno basato l’odio di Cesare verso Juan sull’ipotesi che gli avesse usurpato il diritto di nascita o quant’altro, hanno torto. Rodrigo, uomo oculato, intelligente e lungimirante, ha, di fatto, seguito le regole del suo tempo: Pedro Luis alla carriera militare, Cesare a quella ecclesiastica e Juan a quella militare.