Uscire? Andare a lavorare? Si può. Questa è la sintesi. O meglio, si potrebbe.
Partiamo dalle considerazioni che seguono, perfezionabili, lasciando la parte “medica”, attinta da fonti accreditate come laboratori clinici autorizzati dal Ministero della Salute e ditte di produzione di presidi sanitari e tamponi.
Proviamo, per un momento, a immaginare cosa ne sarebbe del benessere sociale e della nostra economia, ipotizzando diversi scenari.
In sostanza, siamo chiusi in casa e impossibilitati a lavorare, con le conseguenze che abbiamo tutti sotto gli occhi, a causa di un virus particolarmente problematico.
Sapere o non sapere di essere immuni, contagiati, contagiosi o mai toccati dalla malattia, può fare la differenza. Per evitare il contagio, conosciamo le misure adottate e in via di perfezionamento: isolamento, quarantena, vaccini antinfluenzali, applicazioni di tracciamento, distanziamento sociale, etc. Conosciamo, o meglio, intuiamo con una certa preoccupazione anche le possibili conseguenze di questa rosa di misure: una recessione economica senza precedenti nella storia recente, la perdita di libertà essenziali, il disagio sociale.
Sappiamo anche, però, che un test sierologico, prodotto tra le tante anche da un’azienda italiana, dà risultati in 15 minuti. La medesima azienda, contattata, conferma di aver prodotto anche i tamponi. Come già meglio raccontato nella trasmissione televisiva “Piazza Pulita” del 23 aprile 2020, l’azienda (Technogenetics; ndr.) ha proposto i tamponi laddove pensava ci fosse più urgenza di determinare i casi di contagio, tamponi rifiutati senza motivo da diverse istituzioni. Nel frattempo, però, e nella più totale incertezza, siamo rinchiusi in casa. In più, come stabilito dalla Regione Lazio con un’ordinanza a firma del presidente Zingaretti, i residenti dovrebbero vaccinarsi a settembre obbligatoriamente contro l’influenza e questo per distinguere un normale raffreddore dal contagio della malattia virale. Cosa che, avendo a disposizione adesso sia i test sierologici che i tamponi, appare come un bizantinismo del tutto inspiegabile.
In buona sintesi, abbiamo già la possibilità di mappare in modo puntuale la popolazione, ma aggiriamo l’ostacolo adottando una serie di misure diverse tra regione e regione. Se questo impedisce e rallenta la ripartenza, fare uno screening subito significa avere un quadro più verosimile della situazione.
Ma come funziona un test sierologico, qual è la sua affidabilità e che risultati ci permette?
Test rapido sierologico: si tratta di un normale prelievo di sangue. Si può fare privatamente. Il costo è variabile, per un massimo di 50€ ca. L’attendibilità è molto alta, oltre il 95%. Il risultato copre a partire da 4 giorni prima del prelievo, a ritroso fino a diversi mesi.
In parole povere significa che:
– se si risulta negativi, non si è mai entrati in contatto col virus, pertanto si è a rischio contagio;
– se si risulta positivi e verosimilmente si viene a conoscenza da quando, o si è contagiosi (e dunque maggiore attenzione ai contatti familiari, autoquarantena ed eventuali cure mediche preventive), oppure si è superata la malattia e sviluppata l’immunità, che può essere valida per diversi mesi a venire.
Avere maggiori informazioni, permetterebbe di adottare strategie più puntuali ed efficaci, valide caso per caso.
Non si attivano le regioni?! Gli stessi Sindaci, attraverso le reti comunali (protezione civile, croce Rossa, etc.) e le ASL, potrebbero farsi promotori dei test, articolando un piano di sicurezza e di screening preventivo, continuo e periodico.
Con questo sistema di prevenzione le persone che hanno già contratto il coronavirus potrebbero tornare al lavoro e potremmo essere il primo paese europeo a ripartire. A tal proposito val la pena chiarire che i contagiati sono molti di più di quanto affermato dalla protezione civile. La stessa riporta solo i casi clinici “rilevanti”… tant’è che il dott. Stefano Manera, che lavora presso il reparto di rianimazione di Bergamo e che quindi conosce molto bene l’argomento coronavirus, ha affermato, in una recente intervista, che nella sola Lombardia, al 31 Marzo, erano stimati un milione e mezzo di contagiati.
Con la ripresa delle attività, quindi, si potrebbero evitare i disastrosi indebitamenti a cui gli altri paesi europei saranno costretti a ricorrere, o, quantomeno, ridurre drasticamente le nostre necessità economiche. Ripartire prima potrebbe farci evitare la recessione o ridurne drasticamente gli effetti. A qualsiasi scenario economico si guardi, questo sistema di prevenzione, comunque lo migliorerebbe.
E allora per quanto tempo ancora vogliamo farci frenare da pavidi tecnici?
Per quanto ancora vogliamo farci rallentare dai fanatici della prassi? Dai burocrati del “però…”, del “ma….” e del “non si può…”?!
Si può! La possibilità esiste! Non è una fantasia, è un’occasione! Un’occasione da cogliere soprattutto per evitare l’ulteriore indebitamento a cui tante famiglie italiane sono costrette dopo aver bruciato gran parte dei propri risparmi.
Per tanti italiani la povertà è spaventosamente vicina, per alcuni già è una triste realtà.
Se c’è questa possibilità di ripartire… ripartiamo!
scritto da Pier Alfredo Pica e Federico Caramadre
Approfondimenti tecnici dalle fonti:
COSA SIGNIFICA TEST SIEROLOGICO
Emergenza COVID-19: ricerca anticorpi (IgM/IgG anti SARS-CoV-2).
Test per la rilevazione anticorpi per SARS CoV-2 su siero da sangue mediante normale prelievo venoso.
Informazioni generali
I test sierologici permettono di misurare la presenza degli anticorpi prodotti dal sistema immunitario in risposta alle infezioni di ogni virus. Gli anticorpi, prodotti dai linfociti B, sono rappresentati, principalmente, da: immunoglobuline M (IgM) e immunoglobuline G (IgG). Le diverse classi di immunoglobuline sono prodotte in tempi diversi ma, nel caso di infezione da SARS CoV-2, non vi sono ancora certezze sull’intervallo temporale né sulla sequenza della loro comparsa.
Si tratta di test indiretti, che mettono in evidenza la risposta del sistema immunitario all’infezione, e non rilevano direttamente la presenza del virus nell’ospite; in altre parole, il rilevamento di anticorpi specifici non è indicativo di un’infezione in atto.
La rilevazione degli anticorpi non permette di stabilire se il virus, in particolare il SARS CoV-2 è ancora in fase di crescita (replicativa), quindi un risultato negativo non esclude la possibilità di un’infezione in atto in fase precoce ed il relativo rischio di contagiosità dell’individuo. Per ragioni di possibile cross-reattività con altri patogeni affini come altri coronavirus umani, il rilevamento degli anticorpi potrebbe non essere specifico della infezione da SARS-CoV2, il che significa che i tests sierologici potrebbero rilevare anticorpi precedentemente generati contro virus della stessa famiglia, generando “falsi positivi”.
Significato del risultato del test sierologico e “rapido”
Test positivo per ricerca IgM e IgG:
infezione avvenuta ma non equivale a protezione (vedi tabella interpretativa).
Il risultato positivo ha valore solo in un contesto di rilevazione epidemiologica
sperimentale.
Test negativo per ricerca IgM e IgG:
non esclude la possibilità di infezione in atto, anche in paziente asintomatico
A COSA SERVE IL TEST SIEROLOGICO
Tale infezione infatti potrebbe essersi presentata senza alcun sintomo o con sintomi lievi a cui potresti non aver dato importanza.
COSA PUO’ DIRE IL TEST
le immunoglobuline IgM sono anticorpi che compaiono per primi nel sangue dei pazienti dopo l’esposizione al virus, di norma entro 10 giorni, e tendono a scomparire dopo circa 15-20 giorni. quindi la loro presenza indica un’infezione recente.
Le immunoglobuline IgG iniziano a formarsi dopo circa 15 giorni dal primo contagio e, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, dovrebbero rimanere nel sangue per tutta la vita, essendo quindi il segnale di un’infezione pregressa.
QUALI TIPI DI TEST SIEROLOGICI ESISTONO
Il QUALITATIVO fornisce un risultato sulla presenza o assenza degli anticorpi; tale test alla stato attuale, risulta più semplice, immediato e utile per poter intraprendere le azioni corrette in questo momento di grave emergenza.
Il QUANTITATIVO misura il livello di concentrazione degli anticorpi nel sangue, più utile a ondata pandemica terminata.