1 gennaio 2017. Sono le 23, è freddo.
A differenza dei giorni scorsi, in cui la temperatura stagionale è stata decisamente mite e al di sopra della media, oggi è calato il gelo. Siamo a -2°.
Flavia rientra a casa. Le feste sono state piacevoli e impegnative. Belle e stancanti, com’è giusto che sia. Adesso l’unico desiderio è un letto caldo. Flavia può rientrare in auto, ma la notte è frizzante, fredda e limpida. Sì, si può concedere ancora di fare due passi, poi via a casa.
La via che sale verso casa è una provinciale, un’arteria che mette in comunicazione statale e autostrada, nel tratto alberato che è ancora dentro al paese.
Il marciapiede è confortevole, pulito, già con la prima brina brillante della notte che si trasformerà in ghiaccio di lì a poco. L’ultima panchina prima di svoltare l’angolo, ha qualcosa di diverso dal solito. Flavia si avvicina sotto l’alberello che la copre e vede una sagoma distesa sopra il piano di granito gelido, una persona totalmente coperta da un lenzuolo sottile. Forse un uomo, forse una donna. Vivo o morto. Chissà.
Flavia chiama il 112. Quella persona di certo non può passare la notte lì, su quella panchina e, forse, ha bisogno di soccorso.
La stazione provinciale dei Carabinieri passa a Flavia la centrale più vicina al paese. Sì, i Carabinieri ne sono informati: si tratta di un uomo…