Twinnings: istruzione in Europa
di Riccardo Agresti
Se le “gite” scolastiche all’estero hanno una loro indubbia valenza socializzante e didattica, esse però rimangono momenti in cui ci si limita ad “osservare” dall’esterno la cultura del Paese che si visita: non la si vive e conosce realmente.
Esiste un modo diverso e più profondo per capire il mondo ed è quello di vivere per alcuni giorni in casa di un ospite straniero, partecipando al suo pasto, ai suoi tempi di lavoro e di svago, alle sue feste e visitando insieme i luoghi di arte o di culto per comprenderne il significato reale che hanno.

Nepi (Vt). Progetto Van Gogh 2009
Si tratta del “gemellaggio culturale”, una esperienza il cui costo si limita al solo viaggio e nella quale si ospita a casa propria uno studente straniero, salvo poi essere ricambiati, essendo ospitati in casa sua. Il ritorno didattico e sociale è elevatissimo e di indubbia importanza, un sicuro investimento culturale. Al di là della comprensione immediata, da parte dei ragazzi, della necessità di conoscere lingue straniere e dell’esperienza “sul campo” del loro utilizzo, le ricadute sulle famiglie e sulla società in generale sono enormi. Infatti se si ha innato timore e diffidenza di ciò che non si conosce, invece vivendo insieme si può addirittura diventare amici, incrementando fortemente il processo di pace e fratellanza fra i popoli. Questo modo di conoscere un Paese straniero è ovviamente altamente formativo, infatti essendo ospiti e dormendo sotto lo stesso tetto, si riesce a conoscere a fondo ed a comprendere le differenze che esistono, se esistono, apprezzando ciò che culturalmente abbiamo o comprendendo come sia possibile raggiungere ciò che non abbiamo, per poi rendersi conto che a volte alcune cose in Italia sono migliori, ma anche come sia facile adottare alcuni comportamenti che rendono i popoli stranieri superiori a noi!
Tutti sanno come si studi con passione e piacere ciò che si comprende essere importante. La necessità di dover parlare con il proprio partner straniero o dover migliorare la comunicazione con i nuovi amici in una lingua diversa da quella madre diventa la molla che spinge a studiare meglio e con piacere per poter giocare e scambiare cultura, conoscenza ed amicizia. Se noi genitori, noi adulti siamo ancora italiani, francesi, olandesi, polacchi o chissà cos’altro, invece i ragazzi che frequentano le scuole, oggi, sono ormai europei, hanno interessi in comune, ascoltano la stessa musica, mangiano lo stesso cibo, si vestono nella stessa maniera … se non favoriamo la comunicazione fra di loro, se non permettiamo che si mettano in contatto, i nostri figli resteranno la periferia dell’Europa, anche se abiteranno nel centro di Roma.
Chi ha sperimentato un gemellaggio, come studente o come genitore, ne parla come un’esperienza indimenticabile, un’occasione magica ed imperdibile: l’inizio di nuove amicizie che durano nel tempo e che oggi, grazie ai mezzi elettronici, diviene ancora più semplice, eliminando i problemi legati alla distanza. Ovviamente solo famiglie eccezionali possono essere coinvolte in questa esperienza (ospitando, essendo ospitati o entrambe le cose), famiglie che si distinguono dalle altre per la loro intelligenza e dedizione verso i propri figli, famiglie che credono fortemente nell’integrazione fra i Popoli, nell’importanza della conoscenza di culture diverse e dell’apertura verso l’altro, famiglie che credono soprattutto che un futuro in cui il Mondo sia senza barriere, popolato da persone acculturate ed in cui l’unica legge sia l’amore, la pace ed il rispetto verso il prossimo, sia l’obiettivo che la Scuola debba raggiungere. Queste famiglie dimostrano a tutti che l’amore è possibile, sempre.

Castel S. Elia. Progetto Van Gogh 2009
Con i gemellaggi con Bastia (Francia) e Hoogeveen (Olanda), la “Corrado Melone” opera per poter riuscire a diffondere questi semi di fratellanza ed amore in un modo semplice e divertente gettando dei ponti che permetteranno di collegare persone distanti migliaia di chilometri fra loro, ma che saranno sempre vicini perché amici. Il progetto articolato in più fasi e con più Nazioni sta avendo un incredibile successo in Italia e all’estero e la nostra città di Ladispoli sta diventando sempre più internazionale, anche per la presenza di questi giovani cittadini europei. Certamente l’impegno delle famiglie, che hanno accettato la sfida di avere un figlio in più per qualche giorno ed uno in meno per circa una settimana, è veramente notevole, ma il “guadagno” in termini di conoscenza linguistica, culturale e apertura mentale è immenso. A questo si aggiunge che, poiché questi scambi sono effettuati senza intermediazione di agenzie turistiche, il loro costo è limitato alle spese essenziali: il solo trasporto e l’ospitalità dovuta ai ragazzi (feste socializzanti e “pizzate” comprese). In questo modo i ragazzi “vivono” la cultura locale ed hanno un impatto reale con la vita e la cultura del luogo senza l’intermediazione di una agenzia turistica, che ha ovviamente i suoi costi da ripianare, e senza una visione mediata che “evita” o comunque limita il contatto con i cittadini del luogo che si visita. Infatti in una gita o un viaggio di istruzione accade che il gruppo di studenti si muova “in blocco”, senza apertura o veri contatti nemmeno con i loro coetanei del luogo. L’osservazione della società in cui si è immessi è quasi “esterna” vissuta con la noia o il disinteresse di una lezione fatta in loco invece che in aula; in modo assolutamente deresponsabilizzato perché il gruppo è chiuso e tutto è delegato ai docenti accompagnatori. Il risultato è che spesso nessuno impari nulla o si acquisisca molto poco da queste esperienze. Proviamo a ricordare il fastidio che ci provocano quei gruppi sguaiati e vocianti di studenti stranieri mentre entrano nella metropolitana o la tristezza di quegli altri gruppi stranieri inquadrati e quasi al passo mentre camminano per Roma. Viceversa nel gemellaggio il ragazzo vive in famiglia, ed è quindi costretto ad esprimersi in lingua, impara per esperienza diretta il modo di vivere, di pensare e di agire dei nostri ormai “connazionali” europei che è nostro obbligo conoscere, come fu obbligo per l’Italia del nord conoscere l’Italia del sud per avere un’Italia unita e che funzionasse come una vera Nazione. Vivendo da solo in una nuova famiglia, il ragazzo è forzatamente costretto a tener conto delle proprie azioni e non può nascondersi nell’anonimato del “gruppo”, quindi studia le proprie azioni e quelle della famiglia in cui vive: diviene responsabile. Impara così che non è necessario urlare per comunicare; che l’ordine degli olandesi è migliore e più funzionale del disordine italiano; che la capacità degli italiani di non rimanere bloccati davanti ad un imprevisto è migliore della necessità di assoluta previsione di tutto dei tedeschi; che per ogni opera d’arte presente in qualsiasi luogo d’Europa, ce ne sono almeno cento altrettanto belle e mozzafiato in Italia; che la cura ed il rispetto che a quelle opere gli altri europei dedicano è mille volte superiore alla cura ed al rispetto che ne abbiamo noi; che la dieta ipercalorica olandese è giustificata dall’uso continuo della bici e si potrebbe continuare per molte pagine. Questi gemellaggi hanno comunque una ricaduta non solo per i partecipanti e per le classi coinvolte, ma anche per la stessa economia locale. Infatti se i gemellaggi in sé non portano che pochissimi vantaggi all’economia di Ladispoli durante la loro attuazione, è sufficiente osservare il numero di famiglie olandesi che ogni anno scelgono Bracciano per le loro vacanze. A Bracciano, infatti, i gemellaggi con l’Olanda sono stati effettuati per molti anni ed il lago è diventato meta fissa per un numero elevatissimo di famiglie con ovvie ricadute economiche positive per la cittadina. Poiché il mare di Ladispoli non ha nulla da invidiare al lago, è facile pensare che fra qualche anno la città sarà meta fissa di olandesi e francesi!
Riccardo Agresti
La prima promotrice dei gemellaggi e degli scambi scolastici è stata la professoressa Clara Bergantini.
A Nepi (Vt), il progetto Van Gogh di gemellaggio e scambio di Federico Caramadre è attivo dal 2007.
A Ladispoli (Rm), ha luogo il coordinamento tra le scuole in rete della regione Lazio che hanno aderito al network Italia – Olanda, diretto da Riccardo Agresti.
In seguito al successo ottenuto con la medesima esperienza a Bracciano (Rm), si è ritenuto opportuno allargare i confini di questa splendida iniziativa didattica ad altre città della regione Lazio, tra cui Cerveteri (Rm) e Ladispoli (Rm), che attualmente riveste il ruolo di scuola capofila.
A conferma della sua efficacia e della punta di eccellenza didattica che questo articolato percorso formativo rappresenta, il 100% degli insegnanti e degli impiegati scolastici che ha avuto la possibilità di proporre i propri figli in età scolare alla partecipazione del progetto, lo ha fatto.
E se lo fanno i professori per i propri figli…
Ladispoli (Rm). Il preside Riccardo Agresti è direttore italiano del network di rete di scuole della regione Lazio.