di Federico Caramadre
Anno 2007. Succede che un gruppo di insegnanti e presidi di alcuni istituti del Lazio si rechi in Olanda.
A fumare, verrebbe da pensare. Già, in Olanda a fare che?
Soprattutto per uno che non fuma, e che non è interessato al sesso a pagamento, quello delle famose donnine in vetrina per le vie di Amsterdam, che attrattiva potrà offrire l’Olanda?!
Facile, la curiosità di conoscere da vicino un’altra cultura della vecchia Europa, forse più permissiva della nostra, forse no, in ogni modo distante, più a nord: un popolo che ha rubato le terre al mare, e che riesce a proporre al mondo geni indiscussi dell’arte come Vincent Van Gogh.
Ecco allora che andare per conoscere la gente, i paesaggi e i musei, vince sullo stereotipo dello spinello libero e delle donnine in vetrina. Già, perché finora, proprio per il disinteresse per quegli argomenti lì, mica ci ero mai finito ad Amsterdam. Invece, il gruppo di insegnanti mi trascina da quelle parti per cinque giorni tra conferenze internazionali e meeting, occasioni in cui si parla tassativamente e solo inglese, con college di diverse città, la provincia, e alcuni comuni della regione del Drenthe, a partire da Hoogeveen, una cittadina due ore a nord della capitale olandese.
Una volta lì, si scopre che agli olandesi dà fastidio, e non a torto, quell’idea un po’ stereotipata che ci si è fatta in tutta europa a causa del permissivismo della loro cultura, e che in realtà sesso e droga a pagamento sono più diffusi in Italia, tanto che il turismo di italiani è piuttosto finalizzato, e mi viene da dire purtroppo, poiché quelli che vanno per vedere Van Gogh sono di certo una minoranza.
Poi scopri anche che si tratta di un popolo semplice, ospitale, che sogna il nostro clima e la nostra storia, e che per questo riesce a fare miracoli con quello che ha. Ma sopra ogni cosa scopri che lì le cose funzionano. E se non funzionano le fanno funzionare.
Nelle cittadine del Drenthe vanno tutti in bici. Tutta pianura, è facile.
Ci sono parcheggi con 5000 biciclette: biciclette per gli studenti come per gli impiegati. Parcheggi attrezzati per le bici fuori dalle scuole come dagli uffici, piste ciclabili e incroci con semafori. E case a due piani con giardini fioriti, tutti senza cancelli né inferriate, con grandi vetrate che vedi dentro, dalla sala giù fino alla cucina, e col verde prato raso tagliato all’inglese che arriva fino al marciapiede.
Né meglio né peggio, decisamente un altro modo di vivere.
In queste giornate di incontri istituzionali, quello che più colpisce è la voglia di dialogo, la capacità di ascolto, e la preparazione, il grado di istruzione. Anche l’ultimo degli impiegati incontrato in un bar, se capisce che sei straniero ti parla in inglese, e bene. Non che significhi molto, sono vichinghi, di cultura sassone, nel nord Europa parlare con i vicini di casa è normale.

Groninger museum. Progetto Van Gogh 2009
Le scuole italiane sono andate fin lassù per stabilire delle collaborazioni, consolidarne delle altre, come quella tra Bracciano e Hoogeveen appunto, dove scuole e comuni hanno ritenuto di voler istituire un gemellaggio. Docenti e presidi si sono incontrati e confrontati su metodologie, strategie, problematiche, imparando e prendendo spunto gli uni dagli altri. Ma al di là delle competenze maturate, dei nuovi progetti, dello studio e del confronto che l’Europa del commercio impone all’Europa dell’istruzione (se si vuole essere competitivi non c’è molta altra strada se non quella della reciproca conoscenza), è curioso che 8 scuole italiane per confrontarsi sui metodi e le modalità, le soluzioni e le possibilità, siano dovute arrivare fino in terra d’Olanda.
Già, perché ecco un altro risvolto di questo prodotto chiamato “Network Project”, che prima di essere un gemellaggio è terreno fertile di scambio, di buone pratiche educative e di buoni insegnamenti: far incontrare e discutere docenti e presidi italiani, che normalmente non hanno tempo per capire come fare meglio quello che stanno facendo, e non per mancanza di volontà, no, proprio per mancanza di tempo. Da noi la burocrazia gira nella scuola come un elefante in un negozio di porcellana. Allora impari che le scuole olandesi qui sono un sogno: c’è un aula per qualsiasi cosa, e ci sono fondi per i progetti e per le iniziative, che solo a pensarlo in Italia pare una bestemmia.
Alle riunioni c’era la scuola media di Bracciano, come detto, e Nepi, Vetralla, la Fantappié di Viterbo, Cerveteri, I Terzi, Manziana, e c’erano altrettanti college del Drenthe, con insegnanti motivati e pronti a proporre idee. Tutto qui.
Chi c’è stato ha imparato molto. Molto da poter condividere. Molto da raffrontare.

Progetto Van Gogh 2009
Meeting e conferenze, già fatte e in divenire, come le prossime visite previste dei colleghi olandesi, pare abbiano avuto un costo di circa 50.000 euro, interamente a carico del governo olandese grazie a un premio di finanziamento corrisposto a loro per questo progetto, figurarsi se fosse possibile da noi. Come il prossimo incontro del 5 dicembre tra le scuole italiane, verrebbe da dire, completamente a carico del buon cuore degli insegnanti. Bene, loro avranno le risorse, ma noi possiamo fare altrettanto con il cuore e la collaborazione delle famiglie. Insomma, da una parte l’efficienza, l’organizzazione, il desiderio e la spinta ad aprirsi all’Europa, dall’altro le buone motivazioni e il buon cuore che si infrangono nei mille scogli burocratici e nell’atavica carenza di risorse.
Non so se e quanto questo tipo di progetti potranno e possano continuare, ma so per averlo verificato personalmente quanto sia importante, oggi più che mai, superare le barriere nazionali, imparare a dialogare con il simile quanto con il diverso, cercando di far tesoro delle esperienze per maturare cognizioni e insegnamenti che sostengano la formazione dell’individuo e la sua competitività nel mondo del lavoro.
A 12-13 anni, è un’esperienza formativa e didattica senza pari, non c’è dubbio.
Come sono le loro scuole, nel dettaglio, magari un’altra volta. Basti pensare che ci abbiamo mangiato dentro, e che hanno cucinato i ragazzi, che solo la cucina era grande quanto un piano intero della nostra, e che era buono.
Frattanto, d’estate, Bracciano si riempie di turisti. Olandesi.
Aprire i confini, aprire la mente.
A conferma della sua efficacia e della punta di eccellenza didattica che questo articolato percorso formativo rappresenta, il 100% degli insegnanti e degli impiegati scolastici che ha avuto la possibilità di proporre i propri figli in età scolare alla partecipazione del progetto, lo ha fatto.
E se lo fanno i professori per i propri figli…
Ladispoli (Rm). Il preside Riccardo Agresti è direttore italiano del network di rete di scuole della regione Lazio.