Parla un uomo: le ultime ore di un condannato a morte.
“È sera. Dalle grate della mia cella sto scrutando, per l’ultima volta, il cielo prima di… essere addormentato per sempre.
Il cielo è stranamente brillante questa sera, e una stella brilla più di altre nel cielo per me.
È mia madre che, pur essendo fisicamente lontana da me da molti anni ormai, mi è meravigliosamente vicina nel momento del mio estremo saluto alla vita!
Stasera io saluto la vita, la mia vita e solo ora, che è giunta la mia ora per mano di altri uomini, comprendo quanto io, uomo, abbia erroneamente posto fine alla vita di altri uomini, donne, bambini che avevano commesso come unico loro errore, quello di incontrarmi in un momento e in un luogo sbagliato per loro, ma anche… per me ora , ora che per mano di un uomo io sto perdendo la vita , ora io ho compreso il male che ho fatto.
Vivo questo momento in una specie di strana e dolce tranquillità. Le parole di perdono che ho ricevuto dal sacerdote nel mio ultimo “Confiteor” mi hanno reso desideroso, quasi, di sottopormi alla giustizia umana dopo aver ottenuto il Perdono Divino.
Vado in un posto fuori dal tempo e dallo spazio dove (o forse quando?) ritroverò i miei affètti, troppo precocemente perduti.
Ritroverò anche le anime dei poveri innocenti di cui sono stato carnefice. Essi che vivono sicuramente della Grazia di Dio, essi che sicuramente hanno superato i limiti della natura umana, essi mi avranno già perdonato!
Ecco le loro anime brillano nel cielo, sono le stelle più luminose, quelle più vicine alla mia mamma “stella”.
Ai miei affètti terreni che sono ancora in vita, pochi in verità ormai, chiedo di portarmi sempre nei loro cuori, di ricordarmi per le poche cose buone che ho fatto e, se possibile, di dimenticare il male che ho sparso intorno a me. È giunta la mia ora… è la fine?
No! È l’inizio di una nuova vita!